lunedì 30 marzo 2015

1 A proposito di libertà di insegnamento e "buona governance"

1. A proposito di libertà d’insegnamento e “Buona governance”.
Il disconoscimento della professionalità degli insegnanti e l’attacco alla libertà d’insegnamento costituiscono insieme uno tra i principali e caratterizzanti elementi di continuità di tutta la campagna promozionale “Buona scuola”, dalla pubblicazione del PDF sino al disegno di legge recentemente depositato in Parlamento. La vanificazione dei poteri del Collegio docenti ne rappresenta un passaggio voluto e concomitante.
Nella “Buona governance” della scuola il Collegio, che nel concreto assume il nome di Consiglio dei docenti, “avrà l’esclusiva della programmazione didattica”. Scompaiono il ruolo deliberante, dunque di decisore, in ordine all’indirizzo didattico pedagogico di ciascuna scuola autonoma, la funzione fondamentale nel definirne il profilo attraverso l’indirizzo che esso imprime al Piano dell’offerta formativa, il ruolo tecnico, esperto, professionale del Collegio, recepito dai Decreti delegati sin dagli anni Settanta e riconosciuto sino ad oggi rispetto alle altre componenti rappresentate nel Consiglio d’istituto, al momento l’organo di governo della scuola.
“Collegialità non può più essere sinonimo d’immobilismo, di veto, d’impossibilità di decidere alcunché” (La Buona scuola pag. 71): infatti, a proposito di possibilità decisionali occorrerà “distinguere tra potere d’indirizzo e di gestione”: la piena responsabilità della gestione generale è attribuita al Dirigente scolastico, nel ruolo di nuovo organo di governo della scuola insieme al Nucleo di valutazione e il Consiglio d’Istituto, Consiglio dell’Istituzione scolastica, “diventerà titolare dell’indirizzo generale e strategico” di cui il responsabile è il Dirigente. Si delinea così uno sfondo che evoca la riforma degli Organi collegiali senza introdurre un quadro preciso d’insieme o una cornice definita di ruoli e funzioni. Ciò che risulta espresso in modo chiaro invece nei testi che delineano la futura Buona scuola, sino al recente compimento avvenuto nei contenuti del disegno legge, sono i poteri e la figura manageriale e plenipotenziaria del futuro Dirigente scolastico “ responsabile delle scelte didattiche, formative e della valorizzazione delle risorse umane e del merito dei docenti “(Ddl art. 7), secondo un organigramma gerarchico piramidale che definisce ruoli, entità della retribuzione e destino lavorativo.

Il Collegio docenti, una volta divenuto Consiglio dei docenti, compare per esprimere pareri, “essere sentito” e dunque, di fatto, lasciato in buona pace ad espletare funzioni compilative. Lo svolgimento in corso del Sistema nazionale di valutazione e il ruolo recentemente svolto dalle singole scuole a proposito del Rapporto d’Autovalutazione (RAV) ne hanno riprodotto un’efficace anticipazione. delle scelte didattiche della scuola nella forma del dibattito e della deliberazione collegiale, la stessa forma che ha reso attuale l’esercizio della libertà d’insegnamento, come garantito e prescritto dalla nostra Costituzione. I docenti, una volta espropriati della responsabilità e del potere di definire collegialmente le scelte didattiche della scuola perché espropriati, ciascun insegnante per suo conto della libertà d’insegnamento, saranno destinati a riunirsi in un consesso d’esecutori di programmazione didattica, atto a ricevere, nemmeno ratificare, l’indirizzo stabilito dal dirigente scolastico al fine di dispiegare collettivamente e poi esercitare singolarmente una funzione meramente esecutiva.

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