Il punto nevrlagico del
nuovo profilo manageriale lo si ritrova nell'art.7 comma 1 del DDL e
prevede un trasferimento di poteri prima riconosciuti agli organi
collegiali (nello specifico al collegio docenti) ed alla
contrattazione. Nel disegno di legge il dirigente scolastico assume
le seguenti funzioni:
i. definisce gli
incarichi di docenza in modo unilaterale senza reali
controbilanciamenti e criteri definiti dalla contrattazione nazionale
e di istituto.
ii. I criteri per
l'attribuzione degli incarichi ai docenti (art.7, comma 3) riguardano
la trasparenza delle scelte e la loro pubblicità. E' un versante che
rafforza ulteriormente le prerogative manageriali di decisione; il
testo non entra nel merito di possibili criteri di tipo
professionale.
iii. I dirigenti
individuano sino a tre docenti tra quelli di ruolo per svolgere
attività di staff nell'organizzazione della decisione. L'assenza di
ogni specificazione lascia intendere che la corresponsione economica
di queste attività dovrà essere reperita dal FIS, ovvero dal fondo
contrattuale dei lavoratori.
iv. I dirigenti
scolastici assumono un ulteriore potere straordinario: migliorare la
qualità della didattica (art.7, comma 6, e in deroga al DPR
81/2009). In altri termini possono scegliere di ridurre il numero
degli alunni per classe, attraverso la formazione di una nuova classe
ma sempre “nell'ambito della dotazione organica assegnata e delle
risorse”. Una possibilità che non sarà percorribile proprio in
virtù di risorse limitate.
v. Riconoscimenti
economici del dirigente scolastico. L'attribuzione di nuovi poteri e
responsabilità determina un incremento del fondo destinato ai
dirigenti scolastici di 12 milioni di euro per il 2015, e di 36
milioni di euro a partire dal 2016. Quello del fondo unico dei
dirigenti è, in proporzione, l’incremento di risorse più
significativo contenuto nel DDL.
Questa concezione
manageriale del dirigente scolastico è incompatibile con una
struttura democratica e partecipata dei processi educativi.
Si configura un ruolo che
alimenta una forte competizione tra le lavoratrici ed i lavoratori
per quanto concerne la retribuzione e l'organizzazione del lavoro.
Nel testo la riforma complessiva degli organi collegiali si spinge
sino ad ipotizzare alla “definitiva soppressione di organi non più
funzionali all'organizzazione generale del sistema scolastico”.
Il dirigente scolastico
nella scuola democratica svolge il proprio ruolo nel quadro di un
controbilanciamento dei poteri per quanto attiene le scelte
didattiche e formative e per quanto attiene all'organizzazione del
lavoro ed alla destinazione delle risorse. Un visione della
complessità che rifiuta la logica del “sorvegliare e punire”.
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