lunedì 30 marzo 2015

2 Il dirigente/manager della scuola "aziendale"

Il punto nevrlagico del nuovo profilo manageriale lo si ritrova nell'art.7 comma 1 del DDL e prevede un trasferimento di poteri prima riconosciuti agli organi collegiali (nello specifico al collegio docenti) ed alla contrattazione. Nel disegno di legge il dirigente scolastico assume le seguenti funzioni:
i. definisce gli incarichi di docenza in modo unilaterale senza reali controbilanciamenti e criteri definiti dalla contrattazione nazionale e di istituto.
ii. I criteri per l'attribuzione degli incarichi ai docenti (art.7, comma 3) riguardano la trasparenza delle scelte e la loro pubblicità. E' un versante che rafforza ulteriormente le prerogative manageriali di decisione; il testo non entra nel merito di possibili criteri di tipo professionale.
iii. I dirigenti individuano sino a tre docenti tra quelli di ruolo per svolgere attività di staff nell'organizzazione della decisione. L'assenza di ogni specificazione lascia intendere che la corresponsione economica di queste attività dovrà essere reperita dal FIS, ovvero dal fondo contrattuale dei lavoratori.
iv. I dirigenti scolastici assumono un ulteriore potere straordinario: migliorare la qualità della didattica (art.7, comma 6, e in deroga al DPR 81/2009). In altri termini possono scegliere di ridurre il numero degli alunni per classe, attraverso la formazione di una nuova classe ma sempre “nell'ambito della dotazione organica assegnata e delle risorse”. Una possibilità che non sarà percorribile proprio in virtù di risorse limitate.
v. Riconoscimenti economici del dirigente scolastico. L'attribuzione di nuovi poteri e responsabilità determina un incremento del fondo destinato ai dirigenti scolastici di 12 milioni di euro per il 2015, e di 36 milioni di euro a partire dal 2016. Quello del fondo unico dei dirigenti è, in proporzione, l’incremento di risorse più significativo contenuto nel DDL.
Questa concezione manageriale del dirigente scolastico è incompatibile con una struttura democratica e partecipata dei processi educativi.
Si configura un ruolo che alimenta una forte competizione tra le lavoratrici ed i lavoratori per quanto concerne la retribuzione e l'organizzazione del lavoro. Nel testo la riforma complessiva degli organi collegiali si spinge sino ad ipotizzare alla “definitiva soppressione di organi non più funzionali all'organizzazione generale del sistema scolastico”.

Il dirigente scolastico nella scuola democratica svolge il proprio ruolo nel quadro di un controbilanciamento dei poteri per quanto attiene le scelte didattiche e formative e per quanto attiene all'organizzazione del lavoro ed alla destinazione delle risorse. Un visione della complessità che rifiuta la logica del “sorvegliare e punire”.

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